Cari amici,

Grazie all’impegno dell’International University College of Turin, di Antonio Marchisio e di Silvia Zucchermaglio, posso condividere con voi alcune riflessioni sull’Unione Europea.

Senza dubbio, a mio parere, la costruzione dell’Unione rappresenta l’evento geopolitico più importante del ventesimo secolo, esempio unico di condivisione pacifica di una parte della sovranità nazionale tra gli stati membri; questa condivisione è la principale sfida che dobbiamo vincere per la affrontare la questione vitale della salvaguardia del bene comune globale.

Ma la stessa Unione Europea è a rischio. Molti cittadini europei non percepiscono in quale direzione stiano andando l’Europa e il mercato comune, che, dal fallimento della politica comune di difesa nel 1953, è stato l’unico fattore trainante per l’integrazione europea. Tra l’altro, un mercato comune non crea di per sè una comunità, nè una visione comune del nostro futuro. E con l’unificazione dello stesso mercato globale, che cosa rimane delle specificità dell’Europa?

Purtroppo, le élite e le istituzioni europee sono sclerotizzate nella visione convenzionale dell’Europa, e manca totalmente la discussione sulle nuove prospettive per l’Europa. Al punto tale che non osiamo nemmeno utilizzare la forza del nostro mercato unico per sostenere gli interessi europei nelle trattative internazionali sul commercio!

Di recente, la UE ha partecipato ai negoziati alla COP21 (Conferenza di Parigi 2015 sul Clima), e effettivamente i Paesi europei sono tra i leader nelle iniziative per ridurre la dipendenza delle economie dai combustibili fossili, ma non hanno avuto una significativa influenza nelle discussioni sull’accordo, i cui limiti furono chiaramente definiti più di un anno fa da un accordo bilaterale Obama / Xi Jiping.

Non arrendiamoci! Creiamo un effettivo dibattito tra cittadini sul nostro futuro comune. I due documenti allegati sono contributi al dibattito.

Il primo è stato scritto in occasione delle elezioni 2014 del Parlamento Europeo e propone un nuovo progetto per l’Europa, le cui linee generali descrive con chiarezza. Il secondo é una lettera al presidente della UE, Jean Claude Juncker, della scorsa primavera.

In essa si sostiene che l’Europa, se é capace di proporre una nuova prospettiva, può avere un ruolo di primo piano nei negoziati sul clima. Lo stesso vale per l’interruzione della dipendenza dello sviluppo dal consumo di energia di origine fossile, come per il finanziamento dei paesi in via di sviluppo per fronteggiare i cambiamenti del clima.